Negli ultimi 15 anni 31mila persone sono morte per raggiungere le coste europee
Un esercito di 31mila persone ha perso la vita negli ultimi 15 anni per raggiungere l’Europa dall’Africa. I dati rilasciati da Oxfam hanno aperto ieri 11 ottobre, il vertice di La Valletta, a Malta, tra un totale di 60 rappresentanti di Paesi europei e africani, dedicato alle politiche di gestione dei flussi migratori e ai piani di riammissione.
MIGRAZIONE, L’ACCORDO TRA UE ED ETIOPIA
I lavori sono stati aperti da un intervento del premier maltese Joseph Muscat, che ha spinto i partecipanti a fare “fronte comune, tra Paesi di origine e destinazione”. E il primo accordo, tra Unione Europea ed Etiopia, sembra andare proprio in questa direzione. Per contrastare il traffico di esseri umani e la migrazione clandestina, infatti, l’Ue ha stanziato un fondo fiduciario di 1,8 miliardi di euro per aiutare i Paesi africani a gestire i migranti o potenziali tali.
“EVITARE L’APPROCCIO ALLA FORTEZZA”
Durante il vertice, Premier, capi di Stato e i massimi livelli di sette organizzazioni internazionali tra cui Nazioni Unite, Istituzioni Ue e Unione Africana si confronteranno sulle cause strutturali che spingono centinaia di migliaia di persone a lasciare il proprio paese.
La parola chiave del vertice sembra essere collaborazione, evitando, citando le parole di Nkosazana Dlamini Zuma, presidente dell'Unione Africana, un “approccio alla fortezza” che, specialmente negli ultimi mesi, ha caratterizzato alcuni stati europei.
MOGHERINI: “SERVONO CANALI D’IMMIGRAZIONE LEGALE”
We need to build opportunities, not walls with #Africa. My interview with @VITAint on the #VallettaSummit https://t.co/9g1vLrq42C
— Federica Mogherini (@FedericaMog) 11 Novembre 2015
"Servono canali di immigrazione legale e l'Unione europea sta lavorando a proposte in questo senso che arriveranno nei prossimi mesi – ha detto Federica Mogherini, Alta rappresentante della politica estera Ue -. Abbiamo iniziato un lavoro non solo sulla protezione dei rifugiati, sul salvataggio delle vite in mare e sulla creazione di opportunità economiche in Africa, ma anche sui canali legali d'ingresso in Europa"