I bus privati di Dakar
Hanno disegni e colori variopinti su fondali bianchi e gialli, e sgasano tra nubi azzurrine. Si chiamano come una filastrocca per addormentare i bambini "Ndiaga ndiaye", che in realtà è il nome del loro inventore, se così si può dire. I bus privati o taxi collettivi di Dakar hanno l'aspetto di vecchi pulmini scalcagnati e poetici. Trasportano ogni giorno migliaia di donne e uomini per le strade della città, verso le banlieu e i villaggi. L'area urbana della capitale senegalese conta quasi 2 milioni e mezzo di abitanti su una popolazione complessiva nazionale di oltre 12 milioni di persone. I taxi collettivi vanno avanti notte e giorno, alle prime luci dell'alba sono già in movimento e a tarda notte riportano a casa lavoratori e studenti. Sono oltre 3000, divisi per taglia: i più grandi da 40 posti in bianco, i più piccoli per una dozzina di persone.
Ogni spazio della città è una fermata, ogni marciapiede un capolinea, e così ogni grande arteria di collegamento come nelle piazze o nelle stradine più piccole del centro città il taxi collettivo si ferma, un rapido scambio di battute tra tariffe ufficiali e trattative immediate e si sale a bordo. L'abilità, in certi casi, è tutta nel prendere il bus letteralmente al volo.
Ndiaga ndiaye era un agricoltore che per primo, negli anni 50, si inventò imprenditore dei trasporti. Partito con un bus a 7 posti, due garage e un meccanico, iniziò a comprare vecchi pulmini Mercedes benz e a risistemarli, con l'obiettivo di affittarli al pubblico. L'azienda di Ndiaga crebbe tanto - oltre 150 i pulmini di sua proprietà - che il suo nome finì per diventare sinonimo di bus privato. Cose che succedono solo ai grandi.
Ma lo scorso ottobre il Governo senegalese ha deciso che poteva bastare così. I taxi collettivi saranno soppressi entro il 2018: sono troppo inquinanti, troppo vecchi, troppo pericolosi.
Chissà se i nuovi modelli, in arrivo dall'indiana Tata, oltre a essere più moderni finiranno presto per diventare altrettanto colorati dei vecchi, e soprattutto altrettanto amati dai cittadini di Dakar.