Renzi in Senegal: ripartire dalla cooperazione internazionale
In occasione della visita del Premier in Senegal, pubblichiamo di seguito la testimonianza di Michel Metanmo direttamente da Dakar. Michel è una delle persone impegnate nel volontariato in Africa per VIS e Stop Tratta.
Nella seconda tappa del suo tour africano, Matteo Renzi si è fermato a Dakar in Senegal, prima volta per un Presidente del Consiglio italiano. Si tratta di una visita all’insegna della cooperazione internazionale, iniziata con l’inaugurazione del PADESS – Programma di sostegno allo sviluppo economico e sociale del Senegal. Si tratta della principale iniziativa di cooperazione prevista nel nuovo programma paese Italia-Senegal 2014-2016 del valore di 17,8 milioni di euro, di cui 2,8 di sovvenzione e 12 di credito concessionario. Erano presenti alla cerimonia anche il Primo Ministro Senegalese Abdallah Dionne, il Ministro della Donna, della Famiglia e dell’Infanzia Mariama Sarr, il Ministro della Giustizia Sidiki Kaba.
Per Renzi, il PADESS rappresenta un messaggio di amicizia per il futuro tra Italia e Senegal. Col passare degli anni, l’Italia è diventato il paese europeo con il maggior numero di senegalesi (più di 200.000) ed è stato inserito come paese prioritario per la Cooperazione italiana. L’obiettivo principale di questa cooperazione, ha detto Renzi, è di “eradicare la povertà attraverso programmi di sostegno ai meno fortunati, soprattutto le donne e i bambini”. Renzi ha elogiato gli sforzi compiuti negli ultimi anni dal Senegal in termini di riduzione delle diseguaglianze, ma ha chiesto maggior impegno nel cancellare gli ostacoli all’educazione delle donne perché, come ha ricordato richiamando la sua città Firenze, “la storia ci insegna che il ruolo delle donne è sempre stato fondamentale nel compiere grandi cose”. I due paesi dovranno quindi lavorare assieme per raggiungere i Nuovi Obiettivi del Millennio. È necessario non soltanto una cooperazione bilaterale o diplomatica ormai consolidate, ma una cooperazione di valori.
Il presidente del Consiglio ha accennato poi all’immigrazione in Europa e del traffico di esseri umani, fenomeno di rilevanza attuale, non come un problema, ma come un’opportunità da cogliere; motivo per cui l’Italia ha fatto la scelta di “salvare e accogliere” perché bisogna “ rimanere umani ”. Secondo il premier, di questi tempi, la cooperazione deve essere lo strumento che unisce i popoli. Quella italiana si baserà su tre pilastri: l’agricoltura e lo sviluppo rurale, lo sviluppo economico e lo sviluppo sociale.
Ecco quindi tracciati i grandi assi della cooperazione in Senegal per i prossimi anni. Toccherà adesso agli attori lavorare di proposito per raggiungere gli obiettivi. Il VIS, insieme a Missioni Don Bosco nella campagna Stop Tratta, vuole essere parte e sarà parte di questa costruzione, attraverso il vasto Programma sulle migrazioni irregolari che ha iniziato in Africa Occidentale da qualche mese. A breve si darà avvio alla sua seconda fase in Senegal, la campagna di sensibilizzazione.
Michel Metanmo, volontario VIS West Africa