Storie di migranti, un viaggio lungo 2 anni
I soldi per lasciare il continente, pochi effetti personali, tanta paura e la speranza per un futuro diverso, migliore: questo il bagaglio con cui ogni giorno centinaia di persone dell'Africa Subsahariana decidono di partire; lasciano la propria casa per intraprendere il lungo, lunghissimo viaggio verso l'Europa.
Chi parte fugge da guerre, persecuzioni, povertà estrema. Molti giovani scappano dal servizio militare che in alcuni paesi è non solo obbligatorio, ma anche permanente.
Tutti sanno da cosa fuggono ma pochi, pochissimi sanno a cosa andranno incontro. Alcuni non hanno mai visto il mare e tanto meno sanno nuotare, ma partiranno lo stesso perché “peggio di così non può andare”. Partire non è una scelta.
Storie di vita diverse una dell'altra che si vanno ad intrecciare sulle rotte di migrazione. Uomini, donne, giovani e giovanissimi iniziano un lungo cammino che attraverserà diversi Stati fino a raggiungere le coste libiche o egiziane.
Medici per i Diritti Umani (MEDU), in una indagine, ha raccolto le testimonianze di centinaia di migranti. Oltre il 90% degli intervistati ha dichiarato di essere stato vittima di violenza o tortura nel proprio paese di origine e/o lungo la rotta migratoria, ed in particolare in luoghi di detenzione e sequestro in Libia. Chi riesce ad arrivare in Europa ha trascorso fino a 2 anni in viaggio (incluso un periodo in cui è stato sequestrato o detenuto in carcere), mai meno di 1 anno.
Da questa indagine è emersa una complessa geografia di rotte migratorie, trasformate in una mappa interattiva consultabile che simula il viaggio affrontato da chi parte da uno dei Paesi dell'Africa Subsahariana.
Informare sui gravi rischi del viaggio, attraverso, un ampio programma di sensibilizzazione e formazione, è uno degli obiettivi di STOP TRATTA.