Come con-vivere? Una bella storia viene dal Senegal
“Non c'è un paese in Europa, un canale tv, una testata giornalistica che non parli ogni settimana di immigrazione, dedicando all’argomento un titolo in prima pagina. L'immigrazione è diventata una preoccupazione, una priorità, un male della società europea. Ma non si tratta dell'immigrazione, bensì, degli immigrati. Ormai non c'è più quel malessere, quel disagio, quella ipocrisia di qualche anno fa, quando i politici e i “falliti del sistema” avevano altre persone, altri argomenti sui quali accanirsi.
Ormai, va per la maggiore insultare, aggredire e dichiararsi razzista. Di passaggio in Italia qualche settimana fa, un mio conoscente si è complimentato con me quando ha saputo che lavoro nella lotta alla migrazione irregolare: "Complimenti e grazie per quello che fai. Quella gente ci sta letteralmente invadendo". Vedendo il mio fastidio, ha cercato di recuperare, dicendo: "ma tu sei diverso". Eh no cara! Non lo sono. Sono esattamente come "quella gente". Un essere umano e basta".
ARRIVANO DALLA NIGERIA E A DAKAR SI SENTONO A CASA PROPRIA
"Sono testimone in questi mesi di storie di migrazione che prima non avrebbero attirato la mia attenzione, perché normali in Africa, questo continente straordinario dove ho avuto la fortuna di nascere.
Nella nostra quasi parrocchia salesiana di Nord Foire a Dakar, c'è una comunità nigeriana che merita attenzione, perché può essere un esempio per tutti, in questi tempi dove l'odio verso l'altro regna sovrano. I miei ormai "bro" nigeriani – fratelli - come ci chiamiamo, frequentano attivamente la parrocchia da anni, mettendosi a disposizione ogni volta che serve, come se fossero a casa loro. Il segreto di questo? Beh è semplice! Si sentono a casa, pur non parlando né il francese, né il Wolof, le lingue ufficiali del paese. Si sentono a casa, mi hanno detto, perché nessuno li giudica né li guarda come diversi. E così, da anni, a Dakar come in altre grandi capitali africane, migliaia di immigrati arrivano ogni anno, per provare a ricominciare la propria vita, con molte difficoltà certo, ma senza che questo diventi un caso di sicurezza internazionale e se ne parli come tale nelle prime pagine dei giornali e telegiornali".
LEZIONI DI CONVIVENZA: NON E' LA MIGRAZIONE IL PROBLEMA
"Se c'è una lezione da imparare da questo, è l'approccio verso l'altro come un "me", seppur diverso. Non un nemico, non un pericolo, non un sotto-uomo.
Troppe guerre e troppa povertà hanno invaso il nostro pianeta. Le considerazioni razziali non possono essere una soluzione. Finché la migrazione verrà considerata un problema, si rischia di rimanere intrappolati in un ingranaggio di soluzioni sbagliate, quando invece si dovrebbe affrontare la radice storica e profonda di questo fenomeno che – siamo sinceri - non è né nuovo, né straordinario nei suoi numeri!”
Michel Metanmo, Operatore VIS in Senegal