Sensibilizzare significa piantare semi!
16 gennaio 2018 - La campagna di sensibilizzazione di Stop Tratta in Ghana non potrebbe proseguire senza il significativo apporto delle civiliste Anna e Esther che sono impegnate a far conoscere i rischi dell'immigrazione irregolare. Nel breve resoconto che segue ci raccontano come si svolge un evento di sensibilizzazione e quali sono le sensazioni che si provano a parlare di temi estremamente importanti ad un pubblico molto ampio.
Da Kranka, villaggio remoto da cui è originario il nostro logista e tutto fare, soprannominato Pope, tanti hanno preso la strada del deserto. Alcuni sono tornati indietro, e sono loro i protagonisti del video documentario girato nel 2015 per l’inizio della campagna StopTratta. Ai loro compaesani però probabilmente non hanno raccontato tutto, non hanno raccontato del loro fallimento. I ragazzi della English&Arabic Junior High School, scuola musulmana dove teniamo la presentazione, sono molto sorpresi nel vederli e sentirli parlare della loro esperienza. Alcuni di loro erano stati invitati personalmente a tenere una testimonianza, ma nessuno di loro si è presentato. Quel giorno era arrivato il camion che portava i pomodori in città, e quindi erano tutti andati nei loro campi a raccogliere quei pochi frutti che ancora erano cresciuti, prima della stagione secca.
I ragazzi della scuola musulmana forse sono ancora troppo piccoli per capire l’importanza delle nostre parole – sono studenti delle medie – ma sembrano molto coinvolti nella discussione e desiderosi di fare domande, non sempre pertinenti. Gli insegnanti invece ringraziano, perché dicono, gli abbiamo aperto gli occhi. Qualcosa si sta muovendo.E ti accorgi che sì, qualcosa si sta muovendo, quando ricevi una chiamata da un tale Fr. Andrews che ti invita a una conferenza per la quale annualmente si riuniscono migliaia di donne della diocesi di Sunyani. Il giorno prima della conferenza scopriamo di essere inseriti nel programma, per dare un talk su human trafficking. La prima reazione è di panico: siamo forse degli esperti in human trafficking?!
Fr. Andrews però ci tiene molto e ci incoraggia, anche quando, nell’arrivare sul posto ci ricorda che la presentazione deve essere fatta in Twi, perché la maggior parte delle donne viene da villaggi e non parla inglese. La mia introduzione in inglese è probabilmente come parole al vento, in quell’enorme campo da calcio allestito per l’occasione con 3000 posti a sedere, ma passo subito la parola alla mia collega che, in Twi, spiega in modo semplice e diretto il fenomeno dello human trafficking, si collega al child labor, e infine, ai rischi della migrazione irregolare.
Sai che le donne, in una società a base matriarcale come il Ghana, coprono un ruolo importante all’interno della famiglia e a livello decisionale, e che quindi rappresentano un importantissimo canale di sensibilizzazione. Non sai quante delle tue parole verranno ascoltate, o capite, o riportate ai loro figli nel migliore dei casi. Ma come dice Fr. Chucks, vice provinciale di AFW, “you are sowing seeds” stiamo piantando semi, non sappiamo se la pianta crescerà, ma sappiamo che stiamo facendo la cosa giusta, e così dobbiamo continuare.