Dalla Guinea a Dakar: una storia di migrazione interna
Pubblichiamo di seguito la prima testimonianza di Gianpaolo Gullotta, una delle persone impegnate nel volontariato in Africa per il VIS.
Mi trovo di nuovo a Dakar, a seguire un atelier di VIA Don Bosco, ONG belga che lavora nel campo della formazione professionale. Viviamo qui al centro Ker Don Bosco di Dakar, centro che conosco molto bene, e mangiamo anche qui. Tutti i pasti vengono cucinati e serviti dagli allievi della scuola professionale di cucina del centro Don Bosco.
La prima sera aspettando di sedermi a tavola, inizio a parlare con un ragazzo, uno dei cuochi, attacca discorso parlandomi con qualche parola di italiano, ma dopo le prime titubanti sillabe inizia a parlarmi in francese con uno strano accento che inizialmente non riesco a comprendere, e mi chiedo più volte, fra me e me, da dove proviene. Incuriosito gli chiedo di dov’è e mi risponde della Guinea Bissau. A questo punto capisco che lo strano accento, era un accento portoghese, ed ancora più incuriosito gli chiedo di raccontarmi un po’ la sua storia. L’espansivo cuoco mi racconta una di quelle storie, che non vorresti mai sentire e che purtroppo in Africa spesso si sentono, ed una volta iniziata a raccontarla, una sensazione di inadeguatezza ti pervade tutto il corpo, assieme alla vergogna di esserti spinto così là, solamente per la curiosità di sapere.
Ndyan, il cuoco, è un rifugiato della Guinea Bissau, scappò da quel paese nel 1998 dopo lo scoppiò della guerra civile, una bomba devastò la sua casa, uccidendo tutta la sua famiglia, così scappò da quell’inferno, per vivere prima in Casamance, regione meridionale del Senegal, poi in Gambia ed infine a Dakar, dove ha deciso di intraprendere la scuola di ristorazione salesiana, per trovare un pò di tranquillità, dopo aver vagato per più di quindici anni.
Spesso pensiamo che la migrazione sia solamente un viaggio dall’Africa verso l’Europa, ma non è così, esistono anche le migrazioni interne, continentali. Ndyan ha dovuto lasciare il suo paese per un altro paese che seppur confinante ha una diversità profonda con la Guinea Bissau. Io non so come ha trascorso tutti questi anni da rifugiato tra Senegal e Gambia, ma vedendolo per la prima volta qui a Dakar, penso che abbia trovato un posto in cui fermarsi e poter costruire un piccolo futuro calmo e sereno, come queste mattine di gennaio dove l’Harmattan, il vento del deserto, placa il solito calore di Dakar.
Gianpaolo Gullotta, volontario VIS West Africa - @FogliaDiFaggio