Destinazione inferno: cronache di stupri, naufragi e bambini dispersi

Mentre l'Europa godeva del sole e del caldo, in mare si contavano i morti. Mentre l'Europa festeggiava un altro week end di primavera, il Mediterraneo inghiottiva vite, affondava corpi, uccideva speranze.

Hanno comprato un biglietto per la giostra dell'orrore, quella giostra che parte e non si ferma più, fino a che non tocca fondali di alghe, scogli appuntiti, profondità sabbiose. Qualche schizzo, qualche salto e poi giù, uno dopo l'altro, nella gola nera di quel mare crudele.

QUEL FILM DELL'ORRORE CHE SI RIPETE ALL'INFINITO

Tre partenze, tre barche, tre naufragi. E migliaia di uomini. L'UNHCR ne conta 700, ma potrebbero essere di più. Li chiamano dispersi, perché il loro vero nome fa male: sono morti. Solo che i loro corpi non sono qui a raccontarlo. E tra quegli scheletri rimasti intrappolati nel mare anche 40 bambini. Se solo avessero avuto le ali, quei piccoli angeli innocenti, per volare via da quella distesa di acqua e orrore. Se solo non fossero scappati, non fossero partiti, se solo qualcuno li avesse presi per mano. Se solo non fossero stati i nostri se solo a ucciderli, le nostre politiche del condizionale ipotetico, dei muri, della paura, di un'Europa che arranca.

Poi c'è anche chi non è morto, ma è come se lo fosse; la violenza distrugge corpo e anima. Ha più o meno quindici anni e dentro di se porta il segno vivente di un orrore indelebile. Al suo bambino forse racconterà che il padre è in un paese lontano, li aspetta, prega per loro. Al suo bambino forse racconterà di com'era azzurro il mare, di com'erano rossi i fiori di Pozzallo, di com'era buono il profumo della vita li dall'altra parte del mondo. Ma nel suo cuore ricorderà sempre. Nei suoi occhi il film horror si ripeterà all'infinito: lo stupro, le botte, la sabbia nei polmoni, il gelo nelle ossa.

BIGLIETTO DI SOLA ANDATA

Poi c'è chi non è morto, ma per tutta la vita porterà il peso di quel mors tua, vita mea. Per tutta la vita ricorderà quella donna, scossa dai conati di vomito, la testa sporta fuori dalla barca, il cavo di metallo che all'improvviso le lacera la gola; le urla, le lacrime, gli uomini che si gettano in mare; la deriva che affonda, i corpi che galleggiano senza vita.

Le barche erano due, ma la prima trainava la seconda, che non aveva abbastanza carburante per continuare a viaggiare. Le barche erano due, ma la seconda ha iniziato a imbarcare acqua dopo sole tre ore. Le urla, le voci strozzate di mille uomini hanno fatto tremare il cielo. “Cercate un coltello”. “Dobbiamo tagliare il cavo di traino”. “Affonderemo anche noi”. “Fate presto, tagliate, tagliate!”. “Imbarchiamo acqua”. “Stanno tagliando il cavo”. “No, no, non lasciateci qui”. “Non vogliamo morire”. “Aiuto! Aiuto!”.

Le barche erano due. Ma ne è rimasta una sola. Per l'altra, destinazione inferno. Biglietto di sola andata.

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