Le parole sono come semi!

Abbiamo errato per dieci giorni tra i declivi della Brong Ahafo Region, tra villaggi nascosti nella polvere, per strade che sembravano vene rosse pulsanti, attraversando pezzi di verde foresta, rincorrendo quei tramonti africani che ti rivitalizzano l’anima. Abbiamo fatto tutto questo portando una semplice parola di conforto e speranza per i giovani che abbiamo incontrato, i bambini in cerca di un abbraccio e gli anziani che cercano quel dialogo con il diverso che noi stiamo lentamento perdendo.

UNA NUOVA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE SUI RISCHI DELL'EMIGRAZIONE IRREGOLARE

Una nuova campagna di sensibilizzazione sui rischi della migrazione irregolare, su intraprendere un viaggio verso le coste del Nord Africa affidandosi ai “passeurs”, i trafficanti di esseri umani. Non è stato affatto semplice per i miei due giovani compagni di questo viaggio, Angela ed Andrea, due volontari che hanno deciso di spendere la loro estate qui in Ghana al servizio degli ultimi. Non è stato facile perché noi proveniamo da chi nei secoli passati ha depredato questa Costa de Oro. Siamo i figli di quegli europei: portoghesi, inglesi, danesi, svedesi e olandesi che per secoli hanno rubato tutto a questa terra a partire dall’oro, dall’avorio e dal cacao per finire anche agli esseri umani con l’aiuto dei regenti dell’antico Regno Ashanti, che catturavano i giovani delle popolazioni limitrofe come i Ga o gli Ewe. E come si può non voler tentare il viaggio per trovare un futuro migliore quando le condizioni in cui vivi sono condizioni di sussistenza?

Ci si sente pesci fuor d’acqua, parlando dei rischi della migrazione irregolare davanti ai ragazzi che spesso alla fine dell’evento ti abbracciano, vogliono farsi qualche selfie con te e ti chiedono se possono iscriversi ai corsi di formazione presso la scuola Don Bosco di Sunyani. Nei nostri incontri non si parla solo dei rischi ma anche delle possibilità di formazione in loco. Senza l’appoggio di un locale questa sensazione di inadeguatezza sarebbe stata insostenibile ma la cooperazione impone il lavorare assieme e la nostra campagna ha avuto un cardine: Mr. James Wood, detto “Pope”. Anche lui un migrante di ritorno che ad ogni nostra parola, la seminava con più forza nel terreno, poiché la traduceva in Twi, la lingua della Brong Ahafo Region. Ma non solo, la sua convinzione su quello che si porta avanti, sulla possibilità di farcela nella propria terra dà ancora più linfa ad ogni singola sillaba delle nostre parole.

IL MESSAGGIO DI "POPE": "SE SI LASCIA IL GHANA NON SI È SICURI"

Pope raggiunse Agadez, voleva arrivare in Italia, ma si fermò in quella città, non aveva più i soldi per proseguire. Quindi si vendette tutti i suoi averi per poter ritornare dal Niger in Ghana, ma non bastò. Fortunatamente arrivato in Burkina Faso trovò una macchina targata Ghana e quei suoi connazionali lo preso con sé e lo riportarono in patria. Quando racconta la sua storia alla fine tutti i ragazzi scoppiano a ridere, perché quando dovette vendersi tutti i suoi averi, si dovette vendere anche i vestiti e rimase praticamente in mutande. Racconta quest’episodio come se fosse una barzelletta, ma aggiunge che non si è sicuri appena si lascia il Ghana e che non si può lasciare una bellissima regione come la Brong Ahafo. Pope rimane un punto di riferimento per capire tutti gli usi e costumi, quando ci presentiamo ai Chief o alle Queen Mother degli Antichi Regni Ashanti non lesina consigli di galateo su come muoverci o cosa dire, lo fa sempre con pacatezza e circospezione. Pope crede e partecipa in quello che facciamo, dona consigli e costruisce con noi ogni attività della campagna. Spesso mi chiede quando andrò via dal Ghana, io rispondo che non lo so, la vita del cooperante è un po’ come Ulisse, se non ti sposta il vento, ti sposti tu per l’insana pazzia di conoscere e vedere sempre di più. Ma quando rispondo in questa maniera vaga, lui replica “Se te ne vai, io vengo con te” ed io “Anche se vado in Nepal?”. Si guarda attorno, non credo sappia dove sia il Nepal, fa un enorme sorriso e dice:“ Yes”.

LE PAROLE SONO COME SEMI 

I molti incontri con i giovani ci hanno prosciugato le energie e dopo dieci giorni di errare e parlare riprendiamo la via verso il Sud, verso la Capitale, Accra. I ragazzi, Angela ed Andrea, sono stanchi, ho visto la loro emozione nel parlare in pubblico, essere loro i primi ad esporsi ed mettersi in gioco. Non so se i ragazzi che abbiamo incontrato partiranno irregolarmente, partiranno regolarmente o troveranno uno sbocco professionale in Ghana, questo non lo posso sapere, ma la parola di Angela ed Andrea non è andata persa nel vento, è stata seminata nel ventre della Brong Ahafo Region con l’aiuto di un giocondo contadino di nome Pope. Nulla è andato perso, perché si è dato un valore ad ogni singola sillaba pronunciata ed i frutti di questo viaggio saranno nutrimento per chi ci ha ascoltato ma anche per noi che abbiamo conosciuto un “diverso” che ha arricchito ed impreziosito le nostre vite.

Giampaolo Gullotta

VIS Regional Project Manager – West Africa and Caribbean

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