Se la legge sta dalla parte degli esseri umani
Il 3 e il 4 giugno scorso più di centocinquanta magistrati e operatori della giustizia di tutto il mondo si sono riuniti in Vaticano per partecipare al Summit dei giudici su tratta delle persone e crimine organizzato.
Nero su bianco, a conclusione dell’incontro, dieci obiettivi. Dieci imperativi morali che il mondo non può più ignorare. E a siglare l’impegno dei magistrati, anche la firma di Papa Francesco.
Riportiamo di seguito la dichiarazione conclusiva redatta e firmata dal Pontefice e dai presente, in forma integrale.
“In conformità con il Magistero di Papa Francesco, con le dichiarazioni dei leader delle principali religioni e dei sindaci delle più importanti città del mondo, affermiamo che la moderna schiavitù, la tratta delle persone, il lavoro forzato, la prostituzione e il traffico di esseri umani sono crimini contro l’umanità e devono essere riconosciuti come tali. Anche il crimine organizzato che mira direttamente e indirettamente a espandere la moderna schiavitù deve essere considerato un delitto di lesa umanità e riconosciuto come tale.
Noi sottoscritti ci siamo riuniti nella Pontificia Accademia delle Scienze Sociali per parlare di come i rappresentanti della giustizia possono affrontare nel miglior modo possibile questa drammatica sfida.
L’eliminazione della moderna schiavitù oggi è un nuovo imperativo morale per i 193 Stati membri delle Nazioni Unite, come recitano gli obiettivi di sviluppo sostenibile approvati di recente (settembre 2015).
L’effettiva applicazione del diritto pensale è una condizione necessaria per sradicare il lavoro forzato, porre fine alle forme moderne di schiavitù e alla tratta di esseri umani, e assicurare il divieto e l’eliminazione delle peggiori forme di lavoro ingantile, inclusi il reclutamento e l’utilizzo dei bambini soldato. Ciò comporta anche contribuire a porre rimedio alle conseguenze sia per le vittime sia per la società. E’ evidente che la giustizia penale è intrinsecamente legata alla giustizia sociale, e a sua volta la giustizia sociale alla giustizia ambientale. [...]. Riabilitazione, reinsediamento e integrazione hanno come fine liberare le vittime della schiavitù moderna e della tratta degli esseri umani, come pure restaurare la loro dignità umana e la loro capacità di essere socialmente ed economicamente indipendenti.
Non correndo più il rischio di ricadere nella tratta o di ricorrere ad attività illegali e disumane, i sopravvissuti possono contribuire così positivamente al bene della società. A tal fine sottoscriviamo i seguenti 10 obiettivi:
1. Promuovere in ogni stato l’incremento delle risorse e della collaborazione della giustizia e della polizia a livello nazionale e internazionale al fine di aumentare i tassi attuali di processi e di condanne per i criminali, rafforzando gli organismi soprannazionali di lotta contro i trafficanti e di tutela dei diritti umani.
2. Essendo stati approvati gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e ratificato il Protocollo di Palermo dell’anno 2000 contro la tratta degli esseri umani, tutte le nazioni devono riconoscere la schiavitù moderna, la tratta di persone, il lavoro forzato e la prostituzione come crimini di lesa umanità con pene commisurate.
3. I beni sequestrati a trafficanti e criminali già condannati devono essere utilizzati per riabilitare e risarcire la società. Il reato di riciclaggio di denaro deve essere duramente perseguito, perché consente nel far si che i fondi o gli utili ottenuti attraverso attività illecite appaiano come il frutto di attività legali.
4. Adoperarsi per fornire un supporto adeguato alle vittime che includa l’assistenza civile e legale, una protezione sicura dei testimoni, l’assistenza medica e il sostegno alle persone da parte delle agenzie di servizi sociali, specialmente nel caso delle vittime senza documenti. Favorire la collaborazione con la giustizia delle vittime come testimoni, con programmi di protezione organizzati a livello internazionale.
5. Nel caso di vittime senza documenti, concedere permessi di soggiorno temporanei nel Paese di destinazione per quanti desiderano rimanervi, indipendentemente dalla loro situazione legale. Garantire l’accesso effettivo ai tribunali pertinenti e all’assistenza giuridica gratuita, e l’accompagnamento fino al reinserimento lavorativo effettivo.
6. Incoraggiare sforzi concertati per ridurre i ritardi nell’accesso all’assistenza legale da parte delle vittime riconosciute della schiavitù moderna.
7.Il traffico di organi, definito e condannato dalla Dichiarazione di Istanbul (2008), deve essere riconosciuto come crimine in tutti i Paesi ed efficacemente perseguito dalla giustizia negli ambiti nazionali e internazionali. Oltre a essere considerata illegale, tale attività deve essere anche riconosciuta come tipica delle organizzazioni criminali internazionali.
8. L’azione penale nei confronti dei clienti di servizi sessuali deve essere parte integrante della legislazione per un’efficace lotta contro la schiavitù e la tratta, come anche di chi impiega consapevolmente lavoro forzato.
9. Le vittime della tratta non devono essere confuse con gli immigranti irregolari, né con le persone oggetto di traffico.
10. Il rimpatrio degli stranieri senza documenti non deve mai essere una risposta predefinita alle vittime, al fine di evitare il rischio che siano di nuovo oggetto del traffico umani o di attività illegali e disumane.”