Come funziona l’accoglienza dei migranti in Italia
Parlare di migranti significa spesso affrontare un tema più complesso di quanto appaia a un primo impatto. Ci sono, infatti, sempre delle distinzioni da fare, in una terminologia che spesso e volentieri si confonde. Grande confusione la genera, in particolare, il sistema dell’accoglienza, primo passo verso l'integrazione dei migranti. Andiamo a vedere come funziona nel nostro Paese.
La gestione della prima emergenza è affidata, in Italia, a tre tipologie di strutture: i Cpsa, i Cda e i Cara. Andiamo con ordine.
LA PRIMA ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI IN ITALIA: CPSA, CDA E CARA
I Cpsa, o Centri di primo soccorso e accoglienza, sono strutture dove i migranti appena sbarcati ricevono le prime cure mediche necessarie, vengono fotosegnalati e possono richiedere la protezione internazionale.
Da qui, possono essere spostati nei Cda, Centro d’accoglienza, dove restano il tempo necessario all’identificazione, o nei Cara, dove vengono trasferiti coloro i quali hanno fatto richiesta di protezione internazionale. Spesso, è da questi luoghi che inizia il lungo processo verso l'integrazione dei migranti.
CHE COSA SONO I CIE
Gli stranieri giunti in modo irregolare in Italia e che non fanno richiesta di protezione internazionale vengono invece trattenuti nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie). A differenza degli altri centri qui sono reclusi e non possono liberamente uscire.
ACCOGLIERE E INTEGRARE: LA RETE SPRAR
Ecco, si è parlato finora di prima accoglienza. Ma cosa fa lo Stato italiano per l'integrazione dei migranti? A questo obiettivo sono preposti gli Sprar, una rete di centri di ‘seconda accoglienza’, votati all’integrazione di coloro i quali giù dispongono di protezione internazionale.
Tuttavia, la rete Sprar garantisce attualmente anche la prima accoglienza. Molti richiedenti asilo appena arrivati vi sono stati trasferiti negli ultimi mesi, evitando di passare per i Cara sovraffollati.