Qual è la differenza tra un rifugiato e un migrante economico
Nel continuo alternarsi di notizie di cronaca sull’immigrazione, si dimentica a volte di fare il punto sui termini utilizzati. La confusione viene generata spesso dai termini utilizzati (immigrato? Clandestino? Rifugiato?), su cui vogliamo provare a fare chiarezza.
CHE COS’È UN MIGRANTE
L’immigrato (o il migrante) è una persona che decide di lasciare la propria terra d’origine alla ricerca di condizioni di vita migliori. Quello regolare risiede in uno stato con un permesso di soggiorno rilasciato dall’autorità competente, mentre quello irregolare non rispetta questo requisito.
In Italia, la clandestinità è un reato penale dal 2009, anno dell’approvazione della legge 94. La norma punisce lo straniero che faccia ingresso o si trattenga sul territorio in condizione d’irregolarità, e l’unica sanzione prevista è di tipo pecuniario (un’ammenda da 5000 a 10000 euro. Prevede inoltre la sanzione alternativa dell’espulsione.
CHE COS’È UN RIFUGIATO
Diversa la storia quando si parla di rifugiati. La condizione di rifugiato è definita dalla convenzione di Ginevra del 1951, un trattato delle Nazioni Unite firmato da 147 paesi e ripreso in Italia dalla legge 722/1954.
Nell’articolo 1 della convenzione si legge che il rifugiato è una persona che “temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinioni politiche, si trova fuori del paese di cui ha la cittadinanza, e non può o non vuole, a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale paese”.
LA CONDIZIONE DI RICHIEDENTE ASILO
Una persona in attesa della ratificazione del suo status di rifugiato viene definito un richiedente asilo. Fino alla decisione definitiva delle autorità competenti di quel paese (in Italia è la Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato), la persona ha diritto di soggiornare regolarmente nel paese, anche se è arrivato senza documenti d’identità o in maniera irregolare.