Nujeen, 6.000 km in sedia a rotelle per fuggire dalle bombe di Aleppo

Nell’estate 2015 c’era anche Nujeen a bordo di uno dei gommoni sui quali i siriani, in fuga dalla guerra, cercano la salvezza. Nujeen è una ragazzina in sedia a rotelle affetta da tetraspasticità che, insieme alla sorella, ha affrontato il lungo viaggio alla volta della Germania percorrendo quasi 6.000 km e attraversando 8 Stati.

Lo racconta a testa alta, parlando di sé e di sua sorella Nisreen, della sua famiglia, dei suoi sogni e della distruzione di Aleppo. La sua disabilità non l’ha fermata: ha imparato l’inglese guardando le soap opera americane trasmesse dalla tv del suo paese e nello stesso modo ha studiato storia, letteratura, scienze.

Il suo è stato un viaggio prima di tutto di speranza: l’obiettivo era raggiungere la Germania per ricongiungersi con altri due dei suoi fratelli, ma anche incontrare la Regina d’Inghilterra e diventare astronauta. Insieme alle sorelle ed agli zii ha seguito la rotta dei migranti, oltre 6000 chilometri dalla Siria fino al confine con l’Ungheria e poi in Germania. Oggi Nujeen, per la prima volta, può frequentare la scuola.


Nujeen, intervistata da Riccardo Iacona in “Iacona incontra...” che ha aperto la puntata di lunedì scorso di Presa Diretta, racconta cosa significhi crescere in un paese in guerra e cosa si provi a dipendere dagli altri per ogni cosa.

“Bisogna saper apprezzare quello che si ha. La mia adolescenza non è stata triste, sono riuscita a avere lo stesso una vita piena. Avevo tutto quello di cui avevo bisogno, amore e protezione dalla mia famiglia”.

Spiega come la guerra civile (che lei ha visto nascere e poi esplodere nella sua Aleppo) abbia distrutto una nazione orgogliosa e abbia diviso intere famiglie.

"Noi eravamo orgogliosi di vivere in una città così bella, una città multietnica e multireligiosa".

nujeen in viaggio da aleppo

Ma nella schiettezza e durezza del racconto, è sempre speranzosa; ha quella positività e proattività di chi vuole fare ogni giorno del proprio meglio.

"Faremo il nostro meglio per provare che la Germania ha avuto ragione ad accoglierci…Posso capire che alcune persone siano impauriti da noi rifugiati anche se mi fa male…Noi rifugiati dobbiamo capirlo e rispettare la cultura e lo stile di vita tedesco. Siamo ospiti e dobbiamo dare una buona impressione". 

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