Il Sinodo e le parole su migrazione e traffico di esseri umani
Lo scorso 25 ottobre si è chiuso formalmente il sinodo sulla famiglia. Papa Francesco lo ha definito un percorso “faticoso” che, però, può rappresentare un “vero dono di Dio, che porterà sicuramente molto frutto”.
Subito dopo la chiusura, è stato pubblicato il documento finale del sinodo che, a parte le sezioni più discusse dai media, contiene una serie di indicazione interessanti per quanto riguarda le migrazioni e il traffico di esseri umani.
SINODO SULLA FAMIGLIA: L'IMPEGNO PER I MIGRANTI
“La storia dell’umanità è una storia di migranti: questa verità è inscritta nella vita dei popoli e delle famiglie – si legge nel capitolo III -. Anche la nostra fede lo ribadisce: siamo tutti dei pellegrini. Questa convinzione deve suscitare in noi comprensione, apertura e responsabilità davanti alla sfida della migrazione, tanto di quella vissuta con sofferenza, quanto di quella pensata come opportunità per la vita”.
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All’interno del documento, si distingue tra la moBilità umana, corrispondente al “naturale movimento storico dei popoli”, da quella forzata, “frutto di situazioni di guerra”. La sostanza che non cambia è che “l’accompagnamento dei migranti esige una pastorale specifica rivolta alle famiglie in migrazione, ma anche ai membri dei nuclei familiari rimasti nei luoghi d’origine”. Conretamente, prosegue il documento, “ciò deve essere attuato nel rispetto delle loro culture, della formazione religiosa ed umana da cui provengono, della ricchezza spirituale dei loro riti e tradizioni, anche mediante una cura pastorale specifica”.
IL DRAMMA DEL TRAFFICO DI ESSERI UMANI
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La famiglia va protetta, secondo la relazione finale del sinodo, specialmente in quelle situazioni “al di fuori della legalità” e “sostenute da circuiti internazionali di tratta degli esseri umani”. È anche, e soprattutto, nei confronti di queste persone che la Chiesa deve esercitare un ruolo di primo piano.