Una tavola rotonda sulla migrazione in Ghana
Lo scorso 21 ottobre 2016 si è tenuta ad Ashaiman la prima tavola rotonda sul problema della migrazione irregolare ed il traffico di essere umani in Ghana, in seno al progetto co-finanziato dall’UE “co-partners in development” che mira a rinforzare e consolidare gli uffici di pianificazione e cooperazione salesiani (PDO) in Africa e nei Caraibi. L’evento ha visto la partecipazione di vari stakeholders e parteners di progetto;
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Benson Boateng, George Tetteh, Stella Nyadzi, Prosper Bazannah, Benedict Mensah - PDO AFW
- Gianpaolo Gullotta – VIS
- Fr. Krzysztof Nizniak, Fr. Anthony Nzeli – SDB AFW
- Elisabeth Schwarz – German Embassy
- Lorenzo Pinelli – Italian Embassy
- Haruna Abdulai – Berekum Municipality
- Nana Owusu Fakyiwaa - Queen Mother of Berekum
- Martin Amponsah-Nyame - Bomosadu Rural Bank
- Fr. Peter Kumi - Sunyani Diocese
- Fr. Isaac Agyei Boadu - Teichman Diocese
La prima parte della tavola rotonda si è svolta con gli interventi di Fr. Krzysztof Nizniak, che ha dato il benvenuto e posto l’accento sulla questione migratoria: “perché non pensare che gli africani vadano in Europa come turisti e non come profughi?Noi dobbiamo lavorare per creare opportunità e benessere qui, per creare ponti di scambio interculturali”. Gianpaolo Gullotta ha presentato alcuni dati raccolti durante lo studio sul campo per la campagna Stop Tratta. Le principali destinazioni Europee dell’emigrazione ghanese sono UK, Italia e Germania. L’Italia ha la comunità ghanese più numerosa dell’area Schengen (circa 56.000 persone), ma l’Ambasciata del Ghana a Roma, parla addirittura di circa 80.000 persone; questo significa che molte di loro vivono in clandestinità.
Inoltre ha spiegato il programma di intervento di Stop Tratta nell’intera macro regione dell’Africa Occidentale. Tale programma si divide in 3 linee di intervento:
- sensibilizzazione ai rischi dell’emigrazione irregolare e promozione dei diritti dei migranti stessi,
- avviamento di progetti di sviluppo in loco per i migranti ritornati ed i giovani vulnerabili,
- promozione dei canali regolari per viaggiare in Europa, diffondendo informazioni, e preparando gli eventuali viaggiatori con corsi di lingua italiana, educazione civica, regolamentazione delle leggi europee sul lavoro.
CAMPAGNE DI SENSIBILIZZAZIONE, FORMAZIONE E PROGETTI
Benedict Mensah ha spiegato più approfonditamente le campagne di sensibilizzazione svoltesi in Brong Ahafo Region, la regione con il più alto tasso di emigrazione ghanese, nei mesi di Novembre e Dicembre 2015. Tali campagne sono state sviluppate con dibattiti radiofonici, eventi speciali dove si è proiettato un documentario riguardante i migranti di ritorno che hanno raccontato il loro terribile viaggio verso Tripoli e poi verso l’isola di Lampedusa, ed infine manifestazioni per le città. Per concludere la prima parte dedicata allo stato dell’arte del programma Stop Tratta in Ghana, Benson Boateng ha illustrato le prime attività dei progetti di sviluppo in loco; la costruzione della serra biologica presso la scuola agricola salesiana di Sunyani, in Brong Ahafo Region. Tale serra è uno dei primi esperimenti in tutta l’Africa, in quanto la coltivazione in serra, prevede l’utilizzo di molti pesticidi, mentre la metodologia adottata presso la scuola salesiana è quella di un’agricoltura organica e biologica, l’imperativo rimane sempre quello di rispettare l’ambiente. Inoltre sono stati avviati i primi corsi di formazione ed aggiornamento per gli insegnanti che lavoreranno nella serra biologica; successivamente, all’inizio dell’anno prossimo (2017), inizieranno i corsi per i migranti di ritorno ed i giovani disoccupati della regione. Questi ultimi, a corso terminato, avranno la possibilità di accedere alla terra, grazie all’intercessione e donazione da parte delle Queens Mothers di Berekum (autorità tradizionali locali ghanesi), e soprattutto ad un fondo di microcredito rurale erogato e monitorato dalle banche Zenit e Bomosadu.
SOSTEGNO ALLE DONNE, MICROCREDITO E SVILUPPO
La seconda parte della tavola rotonda ha lasciato spazio ai contributi, i dubbi ed i suggerimenti dei partecipanti. Nana Owusu Fakyiwaa ha confermato che il fenomeno migratorio in Brong Ahafo region è in crescita e che stanno partendo anche le donne, cosa gravissima perché lasciano i propri figli, il nucleo famigliare si disgrega, e c’è il forte rischio che diventino bambini di strada. La Diocesi di Sunyani è partner del VIS nelle attività che riguardano proprio le ragazze e le giovani donne vulnerabili, che consistono nel supportare il centro/scuola di cucito diocesano. Interviene in tal senso Fr. Peter Kumi, il quale ha proposto di coinvolgere anche il mondo accademico universitario, soprattutto l’Università Cattolica di Sunyani, che potrebbe aprire a breve un corso in diritti dei migranti. Mr. Haruna Abdulai, invece è stato molto contento dell’avviamento del fondo per il microcredito, in quanto una formazione che non dia poi la possibilità di mettere in pratica ciò che si è studiato, resta fine a se stessa ed è poco proficua. Per ultimo citiamo l’intervento del Vice Capo Missione dell’Ambasciata d’Italia, Lorenzo Pinelli, il quale ha sottolineato come sia importante lavorare assieme, cooperare: istituzioni e società civile. La campagna di sensibilizzazione svolta, a suo avviso, è una delle attività da riproporre, in quanto fa comprendere a chi sta in Ghana che spesso non si trova il paradiso una volta giunti in Europa. Ovviamente, ha aggiunto, che paralellamente bisogna avviare dei progetti di sviluppo: l’agricoltura è il settore principale della Brong Ahafo Region, ma l’agricoltura da sola non basta, bisogna lavorare ed elaborare il prodotto agricolo, agribusiness. Basti pensare che la produttività di un acro di terra coltivato a pomodori è di 7 tonnellate in Ghana, mentre in Italia è di 70 tonnellate.
L’evento si è concluso con la firma di un accordo di partenariato e di comunione d’intenti tra il PDO AFW e le Queen Mothers di Berekum.
FACCIAMO RINASCERE LA BRONG AHAFO REGION
Ci racconta dal Ghana Gianpaolo Gullotta: “Possiamo dire che in questo anno è mezzo di lavoro in Ghana, alcuni frutti sono stati raccolti, altri sono acerbi, ed altri ancora devono ancora nascere. Ma possiamo ritenerci soddisfatti di aver creato un ottimo partenariato, partendo dalle radici del problema, coinvolgendo soprattutto chi vive nella regione e ne conosce i problemi, le debolezze, ma anche le forze nascoste. Una semplice round table non può di certo risolvere i problemi della Brong Ahafo Region, ma sicuramente è un punto di partenza solido e concreto, che dà prosecuzione a ciò che abbiamo avviato. Non è solo speranza di migliorare le cose, quella che ho visto negli occhi dei partecipanti, ma anche forza e determinazione a far si che una regione così bella e rigogliosa dell’Africa Occidentale, possa trovare finalmente la pace e la felicità che oltremodo merita”.