Traffico di esseri umani (e dei loro organi)
"Se non possono essere fonte di guadagno da vivi, lo saranno da morti. Ecco la filosofia spiccia dei trafficanti di uomini. Uccidono i migranti che non hanno denaro sufficiente a proseguire il viaggio per venderne gli organi, così si legge oggi sui giornali. La notizia non è ancora verificata, ma fa paura. Le immagini di corpi violati, fatti a pezzi, trovate sul telefono di un presunto trafficante, anche quelle fanno paura.
Quando c’è di mezzo il commercio illegale di organi l’opinione pubblica si risveglia, grida allo scandalo, grida all’allarme. E quei migranti, da invasori diventano vittime. Da individui da respingere, diventano uomini da salvare.
Seguiamo con sgomento quest’ultima tragica vicenda. Condividiamo lo sdegno, la preoccupazione, la rabbia. E, in cuor nostro, speriamo che la notizia venga smentita. Secondo la nostra esperienza, sappiamo non sarà così.
Ma cosa succederà quando quest’orrore non sarà più sulle prime pagine? Si tornerà a parlare di emergenza, di flussi, di grandi numeri. E l’urgenza di agire, di fare qualcosa, lascerà il posto all’indifferenza o, peggio, all’intolleranza.
Il VIS opera da anni in Africa con i missionari salesiani. Sono loro che ogni giorno ci raccontano di madri e padri disperati, che chiedono aiuto per liberare i figli, prigionieri in Libia o in Egitto. Intere famiglie si indebitano, vendono tutto ciò che hanno, per permettere a un solo figlio di partire, di avere futuro.
Ma quel futuro si spezza a metà del viaggio. Quei soldi, gli dicono, non bastano più. Per proseguire ne servono altri. E per chi non paga c’è la prigione, la tortura, la schiavitù. Per ogni migrante che arriva in Europa, ce ne è uno che scompare nel nulla.
In Libia ci sono solo due scelte, che poi scelte non sono: il denaro o l’oblio. E quando nessuno sa più dove sei, che ti uccidano per vendere i tuoi organi non è poi difficile. E pensare che nel nostro paese l’oblio è un diritto; per loro, invece, la peggiore delle condanne.
Di fronte a tutto questo dobbiamo agire, intervenire per contrastare la migrazione irregolare, offrire alternative valide e progetti di sviluppo concreti, perché non ci siano più riscatti da pagare, perché non ci siano più madri in lacrime e uomini dispersi. Noi lo facciamo, con la campagna StopTratta. Chiunque può seguirci. E sostenerci."
Nico Lotta, Presidente di VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo
L'articolo originale è stato pubblicato su Metro mercoledì 6 luglio.