Strage nel canale di Sicilia: VIS e Missioni Don Bosco insieme per contrastare la tratta degli esseri umani
20 aprile 2015
Strage nel canale di Sicilia:
VIS e Missioni Don Bosco insieme per contrastare la tratta degli esseri umani
"Arrabbiarsi o indignarsi non serve più. Fare accoglienza in Europa è doveroso. Ma non basta. Occorre intervenire anche nei paesi di origine dei migranti". Queste le prime riflessioni di Nico Lotta, presidente della ong VIS, dopo l'ecatombe di migranti nel Mediterraneo avvenuta nella notte tra sabato e domenica.
"Il Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS) e Missioni Don Bosco (MDB), realtà salesiane impegnate nella promozione della solidarietà e della cooperazione internazionale, si uniscono all'appello di Papa Francesco perché la comunità internazionale si adoperi con prontezza e decisione per evitare il ripetersi di tali tragedie e si impegnano a realizzare in un progetto congiunto con lo scopo di rendere più consapevoli i migranti sui rischi del viaggio e della tratta: maltrattamenti subiti durante il viaggio, riduzione in schiavitù, "un cimitero di sabbia e un cimitero di acqua", dichiara Giampietro Pettenon, presidente di Missioni Don Bosco riferendosi alle troppe vittime nel deserto e nei naufragi in mare.
"Grazie alle comunità salesiane radicate nei territori di partenza saremo in grado di raggiungere migliaia di ragazzi e ragazze con lo scopo di informare e sensibilizzare i giovani migranti sulle reali ed effettive possibilità di successo del progetto migratorio in Europa. Daremo voce alle testimonianze dirette dei giovani che vivono nei centri di accoglienza in Italia gestiti dalla Federazione SCS - Salesiani per il Sociale e che, fortunatamente, a quei viaggi sono sopravvissuti. E' importante fare ogni sforzo perché i ragazzi africani abbiano tutte le informazioni per fare una scelta di partenza consapevole, per realizzare un progetto migratorio che sia sostenibile, e allo stesso tempo possano avere la libertà di scegliere di restare, senza rinunciare ad una vita in cui tutti i diritti umani vengano garantiti", sottolineano Nico Lotta e Giampietro Pettenon.
I Salesiani di Don Bosco sono presenti in molti paesi dell'Africa sub-sahariana dai quali parte il flusso migratorio, in particolare in Etiopia, Eritrea, Sudan, Sud Sudan, Senegal, Guinea, Mali, Costa d'Avorio, Burkina, Benin, Togo, Sierra Leone, Liberia, Ghana, Nigeria, Camerun, Gabon, Congo, Repubblica Centroafricana e Ciad: un campo molto vasto per un'efficace azione di sensibilizzazione.