I bus privati di Dakar

Hanno disegni e colori variopinti su fondali bianchi e gialli, e sgasano tra nubi azzurrine. Si chiamano come una filastrocca per addormentare i bambini "Ndiaga ndiaye", che in realtà è il nome del loro inventore, se così si può dire. I bus privati o taxi collettivi di Dakar hanno l'aspetto di vecchi pulmini scalcagnati e poetici. Trasportano ogni giorno migliaia di donne e uomini per le strade della città, verso le banlieu e i villaggi.

Papa Francesco: “Ascoltiamo il grido di dolore dei migranti”

“Non possiamo assuefarci ai drammi di tanti migranti e farli diventare la normalità”. L’appello è stato lanciato da Papa Francesco, durante il suo tradizionale discorso al Corpo diplomatico in Vaticano.

Il Pontefice si è soffermato a lungo sul fenomeno delle migrazioni, chiedendo di ascoltare “la voce delle persone che piangono in fuga da guerre orribili, da persecuzioni e violazioni dei diritti umani, o da instabilità politica o sociale”.

Il calcio ovunque. Un racconto da Dakar

Amare il Senegal significa anche specchiarsi nello stesso amore per il calcio che c'è in Italia. Ritrovare la stessa passione. Un amore meno tossico, meno inquinato dai soldi che innervano il football in ogni suo aspetto, meno urlato. Certo un amore che è anche molto interessato quello dei senegalesi per il pallone. I calciatori che hanno fatto fortuna in Europa sono star.

Ritratto di c.lombardi

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  • 23 Dic, 2015
  • Senegal

L’estremismo islamico è spesso causa di migrazioni, più che effetto degli sbarchi in Europa. Aliou ha 17 anni, viene dal Senegal. È un ragazzo timido, lo sguardo basso di chi ha visto troppo e, quindi, fa fatica a fidarsi di chiunque.

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