Da Capodanno a oggi, l'immigrazione in Europa ha toccato quota 23mila persone. La ‘porta d’ingresso’ è, come spesso accade, il Mar Mediterraneo e, di conseguenza, l’Italia e la Grecia. Almeno 58 persone sono morte in mare. I dati sono stati diffusi dall’'Organizzazione internazionale sulle migrazioni (Oim).
"Ogni parrocchia accolga una famiglia di migranti. Lo faranno per prime le due del Vaticano. Cominciamo dalla mia diocesi di Roma". Erano state queste, il 7 settembre scorso, le parole di Papa Francesco.
Hanno disegni e colori variopinti su fondali bianchi e gialli, e sgasano tra nubi azzurrine. Si chiamano come una filastrocca per addormentare i bambini "Ndiaga ndiaye", che in realtà è il nome del loro inventore, se così si può dire. I bus privati o taxi collettivi di Dakar hanno l'aspetto di vecchi pulmini scalcagnati e poetici. Trasportano ogni giorno migliaia di donne e uomini per le strade della città, verso le banlieu e i villaggi.
“Non possiamo assuefarci ai drammi di tanti migranti e farli diventare la normalità”. L’appello è stato lanciato da Papa Francesco, durante il suo tradizionale discorso al Corpo diplomatico in Vaticano.
Il Pontefice si è soffermato a lungo sul fenomeno delle migrazioni, chiedendo di ascoltare “la voce delle persone che piangono in fuga da guerre orribili, da persecuzioni e violazioni dei diritti umani, o da instabilità politica o sociale”.
Amare il Senegal significa anche specchiarsi nello stesso amore per il calcio che c'è in Italia. Ritrovare la stessa passione. Un amore meno tossico, meno inquinato dai soldi che innervano il football in ogni suo aspetto, meno urlato. Certo un amore che è anche molto interessato quello dei senegalesi per il pallone. I calciatori che hanno fatto fortuna in Europa sono star.
L’incontro e l’accoglienza dell’altro si intrecciano con l’incontro e l’accoglienza di Dio. È questa la base del messaggio di Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, in programma per il prossimo 17 gennaio.
Da oggi apriamo sul nostro sito uno Stop tratta blog che racconta in prima persona, e sul campo, cosa accade nei territori in cui siamo attivi con il progetto. Dal Senegal, Ghana, Costa d'Avorio, Nigeria e dall'Etiopia arriveranno pillole di vita quotidiana di chi è impegnato in prima persona sui progetti di sviluppo.
Sensibilizzare i potenziali migranti sui rischi del viaggio verso l’Europa è uno dei primi obiettivi di Stop Tratta. Ed è esattamente quello che abbiamo fatto negli ultimi giorni del 2015 e che continueremo a fare per tutto il 2016.
L’estremismo islamico è spesso causa di migrazioni, più che effetto degli sbarchi in Europa. Aliou ha 17 anni, viene dal Senegal. È un ragazzo timido, lo sguardo basso di chi ha visto troppo e, quindi, fa fatica a fidarsi di chiunque.
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