Quei ventuno corpi senza vita erano donne che inseguivano un futuro
Prima di essere ventuno donne morte, le migranti che hanno perso la vita su un barcone mercoledì 20 luglio, erano ventuno donne fuggite dalla guerra, dalla carestia, dalle persecuzioni. Erano ventuno sopravvissute, erano ventuno guerriere, ventuno sognatrici. Volevano un futuro migliore: per la propria famiglia, per i propri figli, per se stesse.